L'accento tonico distingue la sillaba su cui poggia la voce dalle altre sillabe. La vocale e la sillaba su cui cade il "tono" della voce si definiscono toniche, le altre vocali e sillabe si definiscono àtone.
A seconda della posizione della sillaba tonica le parole sono tronche, piane, sdrucciole, bisdrucciole:
- Tronche, se l'accento tonico cade sull'ultima sillaba, come in: cit-tà, sì, re-ste-rò
- Piane, se l'accento tonico cade sulla penultima sillaba, come in: pà-ne, bam-bì-no
- Sdrucciole, se l'accento tonico cade sulla terzultima sillaba, come in: prìn-ci-pe, pàl-li-do
- Bisdrucciole, se l'accento tonico cades sulla quartultima sillaba, come in: prèn-di-te-lo
Nella scrittura comune, l'accento tonico non sempre e segnato; in alcuni casi, deve essere segnato e prende il nome di acento grafico.
L'accento grafico va obbligatoriamente:
- sulle parole tronche formate da due o più sillabe che non terminano con un dittongo, come salì, andrò, partirà,ventitrè,...
- sulle parole tronche formate da una sillaba, che terminano con un dittongo, come già, giù, può, più, ciò (escluse qui e qua)
- per distinguere, propio grazie all'accento, monosillabi scritti con le stesse lettere, ma di significato diverso, tra qui i principali sono:
dà: verbo dare da: vengo da Roma
dì: giorno di: il cane di Marco
è: verbo essere e: pane e vino
là: in quel luogo la: conosco la strada
lì: in quel luego li: io non li saluto
né: neanche, neppure ne: ne prendo due
sé: se stesso se: se esci, dimmelo
sì: affermazione o così si: si pensa che si salveranno
tè: bevanda te: pensa a te stesso
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